LA STAGIONE DEI CONCERTI DI LATINA

LA STAGIONE DEI CONCERTI DI LATINA

Il Campus tiene il primo concerto della sua storia il 20 dicembre 1970, nella saletta dell’Automobil Club appena inaugurata. Vi partecipano il violoncellista Wolfgang Melhorn e il pianista Eke Mendez. Costituito all’inizio di novembre di quell’anno, il Campus passa dalla fase progettuale a quella attuativa: “senza ripensamenti fu deciso con Eke Mendez, di fatto primo direttore artistico, di offrire subito un concerto alla città e dare corpo e vita al Campus Internazionale di Musica” (Riccardo Cerocchi, il Vassallo della Musica).
Intervallati di circa un mese, seguono altri sei concerti, tutti a ingresso gratuito. Da quella prima esperienza, nata dall’entusiasmo dei fondatori e caratterizzata dalla presenza di grandi artisti, per la maggior parte stranieri, nasce la Stagione dei Concerti del Campus che da allora si terrà regolarmente ogni anno anche se con nuove articolazioni, nuovi direttori artistici, nuove sedi. Annibale Folchi sul Messaggero del 22 aprile 1972, racconta “per il Campus si tratterà di una tappa ambita nel suo cammino, che è iniziato per la passione musicale di pochi appena due anni fa e che ora ha al suo attivo diciotto concerti in appena due interessanti Stagioni.
Senza chiedere contributi né ricercare mecenati pubblici, il Campus procura a tutti liberamente il godimento di due ore si ascolto di musica dal vivo nell’esecuzione di grandi maestri.
La speranza di trovare nella musica l’elemento vivo della conoscenza e dell’incontro tra gli uomini ripaga il Campus, come confessa anche per i suoi amici (gli altri fondatori n.d.r.) l’Architetto Riccardo Cerocchi. Ed essi credono nei valori della musica perché sanno che crea e conquista la coscienza degli individui senza distinzioni di scuola e di censo. Il Campus è sulla buona strada e la percorre con l’autorità delle istituzioni culturali che lavorano seriamente”. È una sfida, un orgoglio, un investimento per i giovani e l’auspicio che non si perda l’arte e la tradizione culturale che hanno reso grande l’Italia agli occhi del mondo.

LA STAGIONE DEI CONCERTI DI LATINA

Il Campus tiene il primo concerto della sua storia il 20 dicembre 1970, nella saletta dell’Automobil Club appena inaugurata. Vi partecipano il violoncellista Wolfgang Melhorn e il pianista Eke Mendez. Costituito all’inizio di novembre di quell’anno, il Campus passa dalla fase progettuale a quella attuativa: “senza ripensamenti fu deciso con Eke Mendez, di fatto primo direttore artistico, di offrire subito un concerto alla città e dare corpo e vita al Campus Internazionale di Musica” (Riccardo Cerocchi, il Vassallo della Musica).
Intervallati di circa un mese, seguono altri sei concerti, tutti a ingresso gratuito. Da quella prima esperienza, nata dall’entusiasmo dei fondatori e caratterizzata dalla presenza di grandi artisti, per la maggior parte stranieri, nasce la Stagione dei Concerti del Campus che da allora si terrà regolarmente ogni anno anche se con nuove articolazioni, nuovi direttori artistici, nuove sedi. Annibale Folchi sul Messaggero del 22 aprile 1972, racconta “per il Campus si tratterà di una tappa ambita nel suo cammino, che è iniziato per la passione musicale di pochi appena due anni fa e che ora ha al suo attivo diciotto concerti in appena due interessanti Stagioni.
Senza chiedere contributi né ricercare mecenati pubblici, il Campus procura a tutti liberamente il godimento di due ore si ascolto di musica dal vivo nell’esecuzione di grandi maestri.
La speranza di trovare nella musica l’elemento vivo della conoscenza e dell’incontro tra gli uomini ripaga il Campus, come confessa anche per i suoi amici (gli altri fondatori n.d.r.) l’Architetto Riccardo Cerocchi. Ed essi credono nei valori della musica perché sanno che crea e conquista la coscienza degli individui senza distinzioni di scuola e di censo. Il Campus è sulla buona strada e la percorre con l’autorità delle istituzioni culturali che lavorano seriamente”. È una sfida, un orgoglio, un investimento per i giovani e l’auspicio che non si perda l’arte e la tradizione culturale che hanno reso grande l’Italia agli occhi del mondo.

Il Campus tiene il primo concerto della sua storia il 20 dicembre 1970, nella saletta dell’Automobil Club appena inaugurata. Vi partecipano il violoncellista Wolfgang Melhorn e il pianista Eke Mendez. Costituito all’inizio di novembre di quell’anno, il Campus passa dalla fase progettuale a quella attuativa: “senza ripensamenti fu deciso con Eke Mendez, di fatto primo direttore artistico, di offrire subito un concerto alla città e dare corpo e vita al Campus Internazionale di Musica” (Riccardo Cerocchi, il Vassallo della Musica).
Intervallati di circa un mese, seguono altri sei concerti, tutti a ingresso gratuito. Da quella prima esperienza, nata dall’entusiasmo dei fondatori e caratterizzata dalla presenza di grandi artisti, per la maggior parte stranieri, nasce la Stagione dei Concerti del Campus che da allora si terrà regolarmente ogni anno anche se con nuove articolazioni, nuovi direttori artistici, nuove sedi. Annibale Folchi sul Messaggero del 22 aprile 1972, racconta “per il Campus si tratterà di una tappa ambita nel suo cammino, che è iniziato per la passione musicale di pochi appena due anni fa e che ora ha al suo attivo diciotto concerti in appena due interessanti Stagioni.
Senza chiedere contributi né ricercare mecenati pubblici, il Campus procura a tutti liberamente il godimento di due ore si ascolto di musica dal vivo nell’esecuzione di grandi maestri.
La speranza di trovare nella musica l’elemento vivo della conoscenza e dell’incontro tra gli uomini ripaga il Campus, come confessa anche per i suoi amici (gli altri fondatori n.d.r.) l’Architetto Riccardo Cerocchi. Ed essi credono nei valori della musica perché sanno che crea e conquista la coscienza degli individui senza distinzioni di scuola e di censo. Il Campus è sulla buona strada e la percorre con l’autorità delle istituzioni culturali che lavorano seriamente”. È una sfida, un orgoglio, un investimento per i giovani e l’auspicio che non si perda l’arte e la tradizione culturale che hanno reso grande l’Italia agli occhi del mondo.